L’importanza di fare rete: FabLab Venezia

Intervista a Andrea Boscolo di Fablab Venezia, laboratorio di fabbricazione digitale

Qual è la mission della sua azienda?

Fablab Venezia, laboratorio di fabbricazione digitale, nasce nel 2014 con il desiderio di riportare e sviluppare i valori del network fablab anche in territorio veneto.

Oggi è un’infrastruttura di riferimento nel contesto locale e non solo, per la digitalizzazione di processi creativi e culturali, per l’implementazione di nuove pratiche produttive e imprenditoriali e per l’innovazione sociale. Dialoghiamo con aziende, professionisti, artigiani, Enti e Pubbliche Amministrazioni, studenti e scuole per offrire soluzioni nuove, ecoefficienti e a costi contenuti e per insegnare a governare la rivoluzione 4.0 e padroneggiare la tecnologia in maniera positiva e creativa.

Sosteniamo e perseguiamo un approccio innovativo, come mezzo per cambiare il mondo attraverso produzioni più sostenibili ed etiche, con una particolare attenzione all’ambiente e alla comunità.

Qual è il progetto che sta seguendo come partner della rete RIR VeGBC?

Siamo parte di un gruppo di ricerca che ha l’obiettivo di diffondere nel Veneto nuovi saperi che possano incidere positivamente nel mercato dell’edilizia. Attraverso l’ibridazione di varie figure professionali e nuove tecnologie possiamo fornire strumenti innovativi e sostenibili sia per i costruttori che per gli amministratori. Stiamo ad esempio sperimentando la produzione di habitat parametrici personalizzabili, da stampare in macro-blocchi trasportabili con l’obiettivo di produrre case a basso costo e bassissimo impatto ambientale, stampate in 3d utilizzando materiali locali, sostenibili e di scarto. Stiamo anche studiando la possibilità di creare ambienti per attività collettive come agri-campeggi e yoga room realizzati a basso costo e con una cantierizzazione leggera.

Uno dei principali obiettivi della Rete RIR è quello di riqualificare il patrimonio edilizio con un impatto (quasi) zero entro il 2050. Quali provvedimenti pensa che bisognerebbe assumere per ottenere questo risultato?

Purtroppo si sta costruendo in tante aree agricole e quindi gli obiettivi annuncianti sulla cubatura 0 non corrispondono alla realtà. Questo è un punto dolente ma noi non demordiamo e insieme all’Università di architettura di Venezia stiamo lavorando sul patrimonio architettonico in maniera innovativa mettendo in primo piano il restauro e la digitalizzazione degli archivi.

Qual è secondo lei il valore della Rete per l’economia del territorio e la sua competitività?

Penso che questa esperienza sia fondamentale perché mette in relazione competenze e ci consente di confrontarci. Questa è una rete che andrebbe valorizzata e finanziata per realizzare progetti con obiettivi ambiziosi di innovazione e sostenibilità.